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BISOGNA SEMPRE ESSERE GENTILI?



Ormai non riesco più a non fermarmi ad ascoltare le parole che genitori o nonni o qualunque altro adulto dice ai bambini.


Oggi, al mare con mia figlia, non ho potuto far altro che ascoltare una nonna dire alla nipotina di 5 anni (abbastanza ribelle e arrabbiata, e anche su questo potremmo soffermarci a indagare il perché fosse così arrabbiata; forse le sue ripetute richieste di fare questo o fare quello non venivano tanto accolte e i genitori cercavano di farle fare quello che volevano loro, in più la sorellina appena nata attirava tutta l'attenzione...), ecco la nonna le diceva che "bisogna sempre essere gentili, perché la gentilezza è la base"

E fin qui nulla di così strano. Ha però continuato dicendo che "chi è gentile è sempre ben voluto" e qui iniziavano a drizzarmisi i peli delle braccia, e ha concluso che "anche quando si è tristi dentro bisogna sempre mostrarsi gentili" e che "la gentilezza salverà il mondo"


Tutto qua. Per molti potrà sembrare un discorso sensato, o ancor di più un giusto messaggio e insegnamento da passare ad un bambino, e non sarò di certo io a dire il contrario.


Voglio solo fermarmi a riflettere e chiedermi, in qualità di madre ed educatrice, che idee e valori tendiamo, a volte semplicemente per educazione a nostra volta ricevuta, a trasmettere a delle menti e caratteri così malleabili ed influenzabili.

La mia riflessione opinabile è che l'apparenza ancora oggi viene prima della sostanza, che le emozioni definite "negative" non sono tutelate e permesse soprattutto nei bambini, quando invece dovremmo aiutarli e sosterli nell'elaborarle e non nel nasconderle.


Mi sono chiesta io cosa voglio per me stessa, come persona libera di pensare ed esprimersi, e mi sono detta che desidero fortemente essere rispettata anche quando sono "buia in volto" per la rabbia o quando sono triste e ho bisogno di piangere e poterlo fare serenamente senza bisogno di nascondermi.


Mi sono chiesta cosa vorrei per mia figlia e mi sono risposta che vorrei guidarla a sentire le sue emozioni e a non fingere mai solo per essere accettata e solo perché "se sorridi tutti ti vogliono bene e se invece rispondi male a qualcuno, perché ti ha trattato con poco rispetto, o semplicemente perché ti "girano le scatole", sei brutto e cattivo e nessuno ti vuole vicino"


Ciò non significa nemmeno lasciare i figli crogiolare nell'odio o nel risentimento, ma dargli supporto, mostrarsi presenti, magari parlarne con loro, chiedere cosa è successo e quale sia il loro bisogno in quel momento, o scoprirlo noi da soli osservandoli, e fare loro delle proposte, o ancora meglio semplicemente abbracciarli (se vogliono) e dirgli che "ci sta" ogni tanto arrabbiarsi, che va bene, che è umano.


L'importante è poi ritrovare il sorriso, quello vero, quello della gioia di vivere e giocare insieme, in questo grande "gioco" che è la vita.



Foto di Allan Mas


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